lunedì 30 ottobre 2017

Carrot Cake? Si.. Ma capiamo ciò che mangiamo!


Scattata al mercato rionale dove ci riforniamo per gran parte degli ingredienti che usiamo.
Puntando sulla freschezza e, per quanto più possibile, Bio.


Ciao a tutti, eccoci qua con la nostra prima ricetta ''nutrizionale''.

Nostra perchè innanzitutto devo presentarvi un'altra persona che mi aiuterà in questa piccola rubrica settimanale di dolci: la mia amica, Chiara Baglio.














Mi spiego meglio.

Ho deciso di farmi aiutare da Chiara nella preparazione di dolci (NON DIETETICI) provando a limitare i grassi ove possibile ed effettuando delle scelte precise durante la spesa degli ingredienti.

Ovviamente parlando di dolci in generale che possono spaziare dalle torte, ai muffin, alle creme, non possiamo parlare di dolci INTERAMENTE dietetici (anche perchè dovremmo addirittura aprire una discussione su cosa intendiamo noi per ''dietetico'') ma sappiamo benissimo che rivisitando le ricette ''standard'' alcuni ingredienti possono essere sostituiti con altri più salutari mentre alcuni devono essere mantenuti tali per la riuscita del dolce.

E poi.. siamo certi che tutti i dolci siano tremendamente ipercalorici? beh, no.. Mi permetto di rispondere per voi.

Quindi, in poche parole, io e la mia amica abbiamo deciso di accompagnarvi attraverso una pasticceria ''consapevole'' , dandovi una sorta di educazione alimentare trasparente, realista e in pillole!

Abbiamo deciso di cominciare con una CARROT CAKE AMERICANA (dunque abbiamo seguito la loro ricetta che prevede l'utilizzo delle noci pecan e dell'olio di semi di girasole) proprio per introdurre uno dei principi cardine di una sana alimentazione: LA STAGIONALITA' dei prodotti ortofrutticoli.

Le CAROTE ,infatti, prevedono la loro raccolta nella prima metà di Ottobre circa.

Eccovi la ricetta:



INGREDIENTI


260 gr di farina di farro biologico: ( farine di questo tipo si possono trovare in tutti i supermercati provvisti di un reparto Bio, ed abbiamo deciso di prendere una farina di farro poichè ha un diminuito apporto calorico ed aumentato apporto proteico rispetto alla farina che tutti conosciamo, è una buona fonte di ferro e vitamina B ed inoltre contiene Selenio ed Acido Fitico ottimi per contrastare i radicali liberi. Avendo oltretutto più fibra ha anche un leggero effetto lassativo. ) = 871 KCal

4 uova grandi dal guscio bianco: le uova dal guscio bianco hanno un tuorlo più rosso indicato per la preparazione di dolci. = 307 KCal
300 gr di zucchero suddivisi in:
150gr di zucchero semolato
150gr di zucchero di canna: Abbiamo deciso di non mettere tutti i 300gr di zucchero semolato solamente per rendere l'impasto più scuro e ''croccante''. La differenza chimica e nutrizionale tra zucchero di canna e zucchero bianco è per lo più impercettibile. = 1125 KCal

350gr di carote grattuggiate: le carote sono ricche in antiossidanti e apportano benefici sia alla vista che alla pelle. In totale per 350 gr di carote avremo l'apporto di 122,5 KCal, e di circa 27 gr di Carboidrati.
200ml di olio di semi di girasole = 1800 KCal
2 cucchiai abbondanti di cannella (stimolatore del sistema immunitario)
1 cucchiaio scarso di noce moscata
½ cucchiaino di sale
1 cucchiaino di bicarbonato
6gr di lievito per dolci vanigliato= 3 KCal
50gr di noci pecan per decorazione= 350 KCal
100 gr di noci pecan per l'impasto = 700 KCal


INGREDIENTI PER IL FROSTING


500gr di philadelphia allo yogurt greco= 895 KCal

100 gr di zucchero a velo vanigliato= 375 KCal

Una spruzzata di succo di limone

Per 2, 20 Kg di torta, compresa la farcitura, avremo un totale di: 6540 KCal

OVVIAMENTE NON SPAVENTATEVI!!!  Dato che queste calorie, non dimenticatevi, SI RIFERISCONO ALLA TORTA DA 22 CM DI DIAMETRO.

Dunque, dato che sappiamo tutti che il troppo storpia e che non potremo abusare di questa Carrot Cake facendoci delle fette da 200 gr ogni volta, considerate che in una fetta media da 60/70 gr abbiamo 178/183 KCal. Di cui solamente i grassi dell'olio di semi e quelli naturalmente insiti nelle noci pecan.

PROCEDIMENTO



  1. Grattugiate le carote finemente aiutandovi con un mixer o con una grattugia e mettetele da parte, dunque tritate con un coltello le noci pecan e mettete da parte.
  2. In una ciotola aggiungete la farina di farro, il bicarbonato, il lievito, la cannella, la noce moscata ed il sale mescolate e mettete da parte. 









3. In una ciotola abbastanza capiente montate le uova insieme allo zucchero, prima quello semolato, successivamente quello di canna, fino ad ottenere un composto chiaro e ben spumoso.
Per aiutarvi nell'amalgamare lo zucchero alle uova è consigliato mescolare per qualche minuto a bagno maria, ovvero posizionando la ciotola sopra una pentola con dell'acqua calda e mescolando con tanta tanta energia!



4.A questo punto aggiungete l’olio di semi di girasole a filo delicatamente ed incorporatelo completamente.




 5.Ora potete aggiungere gli ingredienti secchi che avete precedentemente mescolato: farina di farro, lievito, bicarbonato e spezie al composto mescolando sempre con le fruste.












6.Aggiungete in ultimo le carote e le noci pecan e mescolate fino ad incorporarle completamente.

         7. Versate l’impasto in una tortiera (possibilmente antiaderente così da evitare il burro) da 22 cm di diametro e cuocete in forno statico a 180° per almeno 35 minuti, fate sempre la prova dello stuzzicadente: nel momento in cui uscirà asciutto dal centro della torta, sarà pronta.












8. Una volta estratta la torta dal forno lasciatela raffreddare dieci minuti prima di rimuovere lo stampo e successivamente fino al completo raffreddamento.



9.Nel frattempo preparate il frosting: in una ciotola lavorate con una spatola, o se non l'avete con un cucchiaio di legno, la philadelphia, lo zucchero a velo vanigliato e in ultimo una spruzzata di succo di limone.


10.Ora che la base sarà raffreddata potrete procedere a dividerla in due dischi, avendo cura di eliminare la parte superiore della torta nel caso in cui fosse troppo cotta(si potranno sempre usare le briciole per la decorazione).

11.Farcite gli strati con la crema al formaggio, al centro, di lato e sopra aiutandovi con una spatola in modo tale da ottenere una superficie bianca che faccia contrasto con le noci pecan usate per decorazione, nel modo che più preferite, e il fantastico colore ambrato della torta.



Il passo successivo è soltanto l'assaggio...
Nell'attesa della prossima ricetta la settimana prossima! ;)
Buona settimana foodiesss

Elisa e Chiara

giovedì 26 ottobre 2017

“Aria di Alba” protagonista a Hong Kong


Tartuflanghe presenta la decima edizione dell’evento che vede protagonista il tartufo bianco di Alba. Nel ristorante più alto del mondo lo chef Pino Lavarra ospiterà il tristellato Paolo Casagrande per proporre un menù unico.


Dal 2 al 4 novembre prossimi il ristorante Tosca di Hong Kong ospiterà “Aria di Alba”, l’evento ideato e promosso dall’azienda piemontese Tartuflanghe. A 420 metri sul livello del mare lo chef Pino Lavarra ospiterà infatti il maestro Paolo Casagrande del ristorante Lasarte di Barcellona, recentemente incoronato dalla guida Michelin con le tre stelle, per una serie di pranzi e cene che vedranno come protagonista il tartufo bianco di Alba.

Giunto alla decima edizione, l’evento si incentra su un format internazionale che porta nei ristoranti più importanti del mondo i più reputati chef per una serie di appuntamenti enogastronomici. Nel caso di Hong Kong il ristorante stellato collocato al 102esimo piano dell’International commerce center e all’interno del Ritz Carlton Hotel sarà il palcoscenico di un’edizione che si preannuncia unica in tutti i sensi: il format “Aria di Alba” nasce infatti con l’intento di creare emozioni. Nel piatto e non solo.

Un sodalizio, quello con Pino Lavarra, che corona una collaborazione iniziata già nel 2014 quanto lo chef ospitò, sempre al ristorante Tosca, il collega Fulvio Pierangelini.

«Aria di Alba è arrivato alla sua decima edizione - ha sottolineato Paolo Montanaro, Ceo di Tartuflanghe - e alla sua terza ad Hong Kong. Ventisei chef hanno contribuito negli anni a esaltare il tartufo in tre continenti. Dal 2013 portiamo infatti avanti questo concetto ricoprendo il ruolo di ambasciatori nel mondo di una delle grandi eccellenze italiane e della città di Alba: il tartufo bianco. Cene e pranzi in location mozzafiato creati appositamente dai migliori cuochi, materie prime ed ingredienti di eccezione, cultura del tartufo e delle sue specificità diffusa attraverso workshop: queste sono solo alcune delle parole chiave di queste 10 edizioni».

Un menù che accosta piatti “icona” degli chef a creazioni volte ad esaltare il Tuber magnatum Pico e alcuni dei prodotti innovativi di Tartuflanghe. Un viaggio del gusto che prevede diverse entrée tra cui un Canestrello con cime di rapa scottate, uovo di quaglia e tartufo bianco, un Amadai con salsa di essenza di mare, granchio reale, pomodoro in crudo e zafferano (in alternativa dei Medaglioni di cervo marinato, composta di mele al profumo di ginepro e ciliegia) passando per uno Scampo leggermente affumicato con zuppetta di prosciutto iberico e basilico, mini cannellone di coda e guanciale. Si prosegue con una Cagliata di tartufo e funghetti fermentati, verza all’olio di oliva extra vergine o con un Risotto al tartufo bianco, cuori e ricci di mare al peperoncino di “Espelette”. A conclusione di questo percorso, oltre alla piccola pasticceria e al Sorbetto di zenzero, frutta della passione e cocco, carota e papaya per la cena, un interessante Praliné di mandorle e sale, caramello, albicocche e crema ghiacciata di Rhum.


Lo chef Paolo Casagrande
Lo chef Paolo Casagrande, di origini italiane, si appassiona alla cucina sin da piccolo ed effettua i suoi studi alla scuola alberghiera Alfredo Beltrame a Vittorio Veneto (TV). Sin dalla più giovane età inizia a fare esperienze importanti in numerosi ristoranti italiani dove ha potuto scoprire nuove tecniche, la creatività e perfezionare la disciplina nel mondo della cucina.

Ha continuato il suo percorso per mettere a punto le sue abilità culinarie in prestigiosi ristoranti gourmet a Milano, Londra, Parigi, con chef internazionalmente conosciuti come Alain Soliveres.

Nel 2003 Paolo Casagrande ha intrapreso la sua prima esperienza nel ristorante Lasarte (Guipúzcoa), accanto allo chef Martín Berasategui. Grazie al suo temperamento e alla sua capacità culinaria lo chef Martín Berasategui gli ha affidato le cucine del ristorante M. B. all’interno della struttura dell’hotel Ritz-Carlton ad Abama (Isole Canarie) dove ha ottenuto la prima stella Michelin.

Successivamente si è occupato dell’apertura di Castadiva Resort, un hotel di lusso sul Lago di Como. Nel 2012 Paolo Casagrande è tornato ad affiancare lo chef Berasategui. La complicità e la mutua stima tra i due ha fatto sì che lo chef spagnolo gli affidasse la cucina del Ristorante Lasarte a Barcellona, recentemente insignito della terza stella nella Guida Michelin.

Da febbraio 2016, Paolo è a capo del progetto gastronomico del Monument Hotel, sotto la direzione dello chef Berasategui. Si tratta di un nuovo Grand Hotel di lusso 5*  in cui hanno sede il Ristorante Lasarte, il Ristorante Oria e Hall0 Bar.
La carriera dello chef è stata caratterizzata dalla forza della sua dedizione, dalla profonda coerenza, costanza e dall’impegno e la passione per l’universo della cucina.


Lo chef Pino Lavarra
Lo chef Pino Lavarra incanta i suoi ospiti con un menu a base di ingredienti tradizionali rivisitati in chiave contemporanea, che ben riflettono la sua passione e creatività. “Porterò la mia esperienza e grande passione per la cucina al Ristorante Tosca, che si rifletterà in ogni piatto presentando così ai miei ospiti la gastronomia dell’Italia del Sud, che in molti ancora non conoscono. Inoltre i miei piatti saranno arricchiti dai principali ingredienti asiatici che ben si sposano con la cucina italiana”.

Nato a Putignano, in Puglia, il suo amore per la cucina germoglia fin dall’infanzia grazie agli insegnamenti della madre, che lo hanno ammaliato per la sua cucina semplice ma impregnata di passione. Fin dalla tenera età di 14 anni lo chef Lavarra ha studiato presso la Scuola di cucina di Castellana Grotte per imparare le principali tecniche dei piatti regionali lavorando poi durante l’estate presso ristoranti e pizzerie locali. A 20 anni abbandona l’Italia per la Germania e poi per l’Inghilterra per esplorare nuove culture e stili di cucina. La sua carriera lavorativa inizia allo Stafford Hotel spostandosi successivamente per l’apertura del Regent Four Seasons Hotel. Ha lavorato inoltre con lo chef Paolo Simeoni per l’inaugurazione del Ristorante The Dining Room, che ha ottenuto numerosi riconoscimenti per la sua cucina italiana creativa e di stile. Tre anni dopo Lavarra riapre il Toto’s Restaurant, tra i ristoranti gourmet più prestigiosi in Knightsbridge.

Nel maggio 1996 la sua carriera lo porta in Asia dove ha imparato moltissimo su spezie, aromi e sulla cucina orientale in Malesia. Questa influenza la si riscopre ancora oggi nei nuovi menu del Ristorante Tosca. Nel 1997 rientra in Italia insieme allo chef Anthony Genovese per aprire un albergo di charme in Costiera Amalfitana. Qui Lavarra s’innamora degli aromi e dei prodotti mediterranei, che oggi ben caratterizzano il suo stile. Durante l’inverno del 1998 si trasferisce a Le Manoir Aux Quat’Saison a Oxford come sous chef del famoso Raymond Blanc.

Nel Gennaio 2001 Lavarra torna in Italia per lavorare come executive chef al Ristorante Rossellini a Palazzo Sasso, Ravello. Incarico molto importante per la sua carriera, che gli permette di vincere il premio di ‘One of the Best Chefs in the World’ dall’American Academy di Hospitality Sciences e di ricevere la prima Stella Michelin. Nel 2004 il Ristorante Rossellini riceverà poi la seconda Stella Michelin.


“Trasferirmi adesso a Hong Kong è un sogno che diventa realtà. Dopo il mio primo viaggio nel 2002, ho deciso che se un giorno avessi dovuto vivere in un altro luogo, Hong Kong sarebbe stata la mia prima scelta. Sono eccitato all’idea di scoprire questa nuova città insieme alla mia famiglia”, commentò Lavarra all’alba del viaggio per Hong Kong. Dopo solo otto mesi Pino Lavarra viene insignito di una stella Michelin che premia il lavoro intrapreso a Tosca.


martedì 3 ottobre 2017

Poggio le Volpi: EPOS wine & food e BARRIQUE by OLIVER GLOWIG

Alle pendici di Monte Porzio Catone troviamo questa azienda vitivinicola chiamata ''Poggio Le Volpi''.

Questa azienda nasce nel 1996 da un'idea di Armando Mergè e di suo figlio Felice.

Intorno a Dicembre 2014, quest ultimo, decide di creare un qualcosa che possa avvicinare l'azienda al consumatore e viceversa: nasce così l'Enoteca Poggio Le Volpi Wine&Food.

''Una grande struttura su due piani, dotata di un ampio dehors (...). Qui si possono degustare i vini prodotti in loco e quelli di Masca del Tacco, azienda pugliese di proprietà Mergè. Vini accompagnati da una cucina di livello, improntata sul territorio (...).''

Al piano terra e al primo piano troviamo il bistrot Epos Wine&Food, gestito da Daniele Corona, che ricopre anche il ruolo di Resident Chef dell'intero progetto.

La padrona di casa è Rossella Macchia che, inoltre, gestisce in parte tutte le forniture di cibo.

Il pastry chef è Andrea Riva Moscara, molto giovane ma con un bagaglio di esperienze lavorative bello ampio e prestigioso.

Al piano inferiore, invece, leggermente più nascosto, troviamo Barrique gestito dall' Executive Chef Oliver Glowig, rinomato nel palcoscenico culinario.

Durante il digital day di Sabato 30 Settembre abbiamo avuto la fortuna di poter pranzare proprio da Barrique e di assaggiare proprio i piatti degli chef!!!

I tavoli di Barrique





Le botti che arredano e circondano tutto Barrique
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                         
Dopo il primo impatto con l'ambiente più che suggestivo del ristorante, ci siamo accomodati e ci hanno servito il primo: Risotto con cipolla caramellata, limone, sgombro scottato e yogurt.
Il limone esaltava il sapore dello sgombro ma insieme nascondevano leggermente la cipolla che poco si percepiva all'interno del piatto.







Per secondo, una ''burrosa'' e succulenta Guancia di Vitello su crema di finocchio e mela.
Un connubio azzeccattissimo.. delicata sia la crema che la guancia brasata.



Durante il pasto ci sono stati serviti dei vini in abbinamento con la prima e la seconda portata.
Purtroppo non sono riuscita a chiedere il nome del vino rosso, ma il bianco servito con il risotto era un Fiano Pugliese (ovviamente della sopracitata azienda di Mergè in Puglia).

Dopo il pranzo, abbiamo conosciuto brevemente tutto lo staff che vi ho elencato all'inizio dell'articolo, i quali hanno speso a turno due parole per descrivere il progetto e per informarci riguardo le loro aspettative. Ovviamente non nascondo che c'è tanta grinta e determinazione nel far si che questo progetto spicchi e prosegua il volo nel migliore dei modi!

Da sinistra: Il paastry chef Andrea Riva Moscara, Il sous chef Daniele Corona, L'Executive Chef Oliver Glowig e la padrona di casa Rossella Macchia.


Dopo il pranzo siamo saliti su da Epos per conoscere anche le abilità del pastry chef che ci ha deliziato con dei mignon e con una Mousse di arachidi, ricoperta di Cioccolato Fondente su un letto di marmellata di more





Insomma, è stato un digital day molto speciale.. soprattutto perchè la padrona di casa Rossella Macchia, a fine giornata, quando ci ha permesso di visitare il vitigno ci ha anche permesso di assistere alla cerimonia di buon augurio della stagione viticola liberando delle particolari farfalle giapponesi.





Ovviamente le sorprese di questa nuova realtà non sono finite qui: la carne rimane uno dei loro punti forti per le particolari modalità di trattamento che adoperano, come la frollatura e la loro braceria.
Insomma è un luogo tutto, veramente, da scoprire.
Vi invito ad andarli a trovare o a visitare uno dei loro profili Instagram o Facebook '' Poggio Le Volpi Epos Wine&Food''.

Vi lascio con alcuni scatti del luogo e con la frase simbolo di Barrique, in puro stile ''C'era una volta''.

L'ingresso di Barrique

Una delle facciate esterne, con zona relax

Il Vitigno

Il vino, uno dei tanti punti forti di Poggio Le Volpi

La vostra Elisa Quaranta, in missione per voi a Poggio Le Volpi Wine & Food. ;)




EVENTO Rosa Rosati Rosé, la Guida al Bere Rosa organizzato da DecanterWineAcademy

Appuntamento alla Domus Magnanimi sulla via Appia Antica per la presentazione della 6° edizione della guida Bere Rosa “Rosa Rosati Rosé”  Ci...