martedì 14 ottobre 2025

Vitigni autoctoni protagonisti a Roma: un viaggio sensoriale da Nord a Sud

Go Wine ha inaugurato la nuova stagione con il tradizionale appuntamento di settembre, ospitato nelle eleganti sale del Grand Hotel Palatino. Un evento interamente dedicato alla biodiversità del vigneto italiano, con oltre 75 vitigni autoctoni in degustazione e un parterre di cantine che raccontano la ricchezza enologica del Paese.

Tra le realtà più interessanti, alcune etichette hanno saputo distinguersi per originalità e capacità di interpretare il territorio.

Abbiamo iniziato con Terre Rosse Vallania, Zola Pedrosa nelle Colli Bolognesi. Valentina ci ha fatto conoscere questa cantina, che esiste dal 1964 e dal 2020 è guidata dal giovane Enrico. IL nome della cantina prende spunto dal terreno dove si trovano le vigne, ricco di ferro e di una ricchezza minerale che si riflette sui vini. Valentina ha proposto due vini molto interessanti. IL primo è un vino frizzante di nome Perditempo, “un frizzante quasi metodo classico” come lo presenta, a ragione, Valentina. È un Pignoletto rifermentato in bottiglia, tipico dei Colli Bolognesi. Fresco, profumato, vinificato in acciaio e affinato almeno 8 mesi prima della sboccatura à la volée.  A seguire 995 Metodo Classico Dosaggio Zero, sempre da Pignoletto. Una bollicina raffinata, con sentori di fiori bianchi e pasticceria, bocca fresca e vellutata, perfetta per salumi e crescentine.

Annesa ci ha guidati alla scoperta dei vini della cantina Pasetti, con sede a Francavilla al Mare, Chieti, e vigneti nell’entroterra abruzzese in cinque località diverse. Abbiamo iniziato con il Collecivetta Pecorino 2024, un bianco giovane ma già espressivo, che ha colpito per la sua freschezza agrumata e la vena sapida.

Siamo passati alla linea Testarossa che, come recita il sito della cantina è “un’etichetta storica che nasce per celebrare la superba bellezza delle donne della famiglia Pasetti, aventi i capelli rossi”. Abbiamo iniziato con il Testarossa Trebbiano 2022. La fermentazione avviene in parte in contenitori di acciaio (90%) e in parte in barriques (10%), utilizzando lieviti selezionati. La barrique da maggiore complessità aromatica. Fresco e persistente al palato.

Poi è arrivato il momento del Testarossa Montepulciano d’Abruzzo 2021 Il colore rubino profondo anticipava un naso ricco di frutta matura, spezie dolci e una nota balsamica che aggiungeva profondità. In bocca, il sorso era pieno, avvolgente, con tannini ben integrati e una buona persistenza.

Infine, Harimann Montepulciano 2017. Potente con profumi di amarena sotto spirito, tabacco, liquirizia e un fondo minerale che ne sostiene la struttura. È un rosso da meditazione, da tavola importante, da silenzio condiviso.

Cambiamo regione dove Silvia ci ha condotti a Negrar di Valpolicella, e già dal nome si capisce che siamo nel cuore pulsante di una delle zone più iconiche del vino italiano. La cantina Franchini unisce tradizione contadina e produzione artigianale. Silvia ci ha raccontato la filosofia della famiglia: rispetto per la terra e attenzione a ogni fase della produzione.

Abbiamo avuto il privilegio di assaggiare due etichette che, pur diversissime, raccontano entrambe la stessa tensione verso l’eccellenza.

L’Amarone della Valpolicella 2018, bottiglia n. 55 di sole 162, si presenta con un rosso granato profondo, vivo. Al naso, l’intensità è immediata: ciliegia sotto spirito, prugna, tabacco dolce, cacao, e spezie. Al palato è vellutato, con tannini che accarezzano. La persistenza è lunga e lascia in bocca un sapore di frutta matura e spezie che invita a riprovare.

L’ Azzardo 2019, bottiglia n. 215 di 353, dove Il nome e l’etichetta, una carta francese con il Re di fiori, sono già una dichiarazione d’intenti.  Un blend ardito, composto da un numero quasi imbarazzante di vitigni autoctoni e internazionali. Nel bicchiere, il rosso rubino è profondo, con riflessi violacei. Al naso frutti rossi, mora, liquirizia, grafite, erbe officinali, e un tocco balsamico.

In bocca è dinamico con un tannino ben è presente ma gradevole. La struttura è importante, ma non pesante. La persistenza è calda, speziata, avvolgente.

Dall’enoteca segnaliamo la Coda di Volpe 2024 di Fontanavecchia, bianco campano fresco dal colore giallo paglierino con riflessi verdolini. Al naso sprigiona profumi di pera, pesca bianca, fiori gialli e note erbacee. Al palato è secco, sapido, armonico e elegante.

Lunae Bosoni, dalla Liguria, porta il Vermentino Nero: un rosso delicato, floreale, con tannini setosi e nel complesso molto piacevole.

Il Rosachiara 2024 di Poggio di Bortolone è un rosato Sicilia DOC da Frappato e Nero d’Avola, dal colore rubino brillante. Al naso offre note floreali, fragola e pesca rosa; al palato è fresco, equilibrato e piacevolmente sapido.

Infine, il Moscatello Passito 2020 di Tenuta SecoloIX è un Colline Pescaresi IGT dal profilo dorato e avvolgente, con sentori di albicocca essiccata, fichi, cedro e zenzero. Dolce ma mai stucchevole, sorprende per freschezza, equilibrio e persistenza

Grazie a GoWine per l’ospitalità e a tutti i produttori e sommelier per i loro racconti chiari e appassionati. Un evento utile per riscoprire vitigni poco conosciuti.

Al prossimo evento GoWine

By Antonello









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