venerdì 3 ottobre 2025

Viaggio tra le cantine delle Marche: tra colline, storie e calici

Durante la scorsa estate abbiamo esplorato alcune cantine delle Marche, concentrandoci sulla zona di Jesi, terra vocata alla produzione del Verdicchio dei Castelli di Jesi e del profumatissimo Lacrima di Morro d’Alba. I paesaggi collinari, le vigne ordinate e le storie di chi ha scelto di vivere il vino ci hanno accompagnato in questo percorso.

Prima di raccontare le cantine, segnaliamo il ristorante Rosina a Monte Roberto. Nelle due giornate di visita abbiamo pranzato sempre lì. Menù semplice ma completo, sia carne sia pesce, famoso per i fritti. Prezzo onestissimo, porzioni abbondanti e tanta gentilezza.

Cominciamo con le Cantine

Azienda Agricola Colle Jano – Montecarotto (AN)

La prima tappa è stata presso l’Azienda Agricola Colle Jano, una piccola realtà immersa tra le vigne di Cupramontana. Ad accoglierci c’era Filippo, veneto trapiantato nelle Marche, che ci ha raccontato con passione la sua scelta di vita e il progetto enologico che porta avanti con cura. L’azienda produce circa 14.000 bottiglie l’anno, e grazie al terreno sabbioso riesce a coltivare anche alcune viti a piede franco, una rarità che regala vini di grande autenticità e finezza. Nel giardino della cantina abbiamo avuto il piacere di degustare due espressioni di Verdicchio vinificate in acciaio, che ci hanno raccontato due anime diverse dello stesso vitigno. Il Titillo 2024 ci ha colpito per la sua freschezza e immediatezza: note agrumate, fiori bianchi e una bella tensione minerale lo rendono perfetto per l’estate. Il Jano 2023, invece, si è mostrato più profondo e maturo, con sentori di erbe aromatiche, una struttura più decisa e una sapidità che richiama il territorio. Due interpretazioni sincere e ben riuscite, che parlano la lingua delle Marche.

Vini Simonetti S.S.A. – Staffolo (AN)

La seconda visita ci ha portati a Staffolo, borgo collinare noto come “balcone delle Marche”, dove si trova Vini Simonetti, una cantina a conduzione familiare che unisce tradizione e innovazione. Massimo e Mirco ci hanno accolto con entusiasmo, guidandoci tra vigneti, progetti futuri e una degustazione ricca e sorprendente. Abbiamo ammirato il panorama sulle vigne.

Poi siamo passati ai calici, e lì è iniziato il vero viaggio. Abbiamo iniziato con il Verdicchio Classico 2024, proveniente da un vigneto esposto a nord a 350 metri di altitudine. Un Verdicchio fresco, delicato, con una bella acidità che lo rende agile e ottimo per aperitivo. A seguire, il Saphyle 2023, un cru da vigneto esposto a sud, più ricco e strutturato, con 12.5% vol: un Verdicchio Classico Superiore che mostra eleganza e profondità. Il Classico Superiore 2022 ci ha sorpreso per la sua complessità: circa 3.000 bottiglie prodotte da un vigneto esposto a sud, con 13.5% vol. Un vino maturo, avvolgente, con note di frutta gialla, erbe e una bella persistenza. Poi è arrivato il momento del Nonno Dino Metodo Classico 2019, uno spumante prodotto solo nelle annate migliori, da più vigneti. 45 mesi sui lieviti, sboccatura ad aprile 2024, e solo 400 bottiglie. Un vino che racconta il tempo, con bollicine fini, note di crosta di pane, agrumi canditi e una profondità che invita alla riflessione. Abbiamo chiuso con due vini fuori dagli schemi: il Maria Rosso 2022, un blend 50% Montepulciano e 50% Sangiovese, fruttato, vivace, perfetto per la tavola quotidiana; e lo Spa Mosto Bollito 2024, ottenuto da uva da tavola, aromatico e curioso, voluto dal papà per mantenere la tradizione.

La visita è stata un vero viaggio tra terroir, tecnica e passione. I fratelli Simonetti ci hanno trasmesso entusiasmo e visione, con un approccio che unisce radici profonde e sguardo aperto sul futuro. La visita si è conclusa con una panoramica sulla nuova vigna appena impiantata, segno di una visione in crescita e di un forte legame con il territorio.

Società Agricola La Follonica – San Paolo di Jesi (AN)

La terza tappa ci ha portati a San Paolo di Jesi, dove Lorenzo e Leonardo, viticoltori di prima generazione, hanno dato vita al progetto La Follonica. Nel 2021 hanno rilevato una vigna storica di oltre 50 anni, e da lì è iniziato il loro percorso, fatto di studio, sperimentazione e rispetto per la terra. La visita è iniziata tra i filari, dove ci hanno raccontato la varietà delle uve coltivate: Verdicchio, Trebbiano, Biancame, Montepulciano e Sangiovese.  Tutta la passione per il loro lavoro traspariva da ogni parola, come un vino che racconta la terra da cui nasce.

Poi siamo passati alla degustazione, che ha rivelato una mano giovane ma già consapevole. Il Deltogno 2022 è un blend di 60% Verdicchio, 25% Trebbiano e 15% Biancame, vinificato in acciaio con 6 mesi di affinamento sur lie. Il nome è un omaggio al precedente proprietario, Costantino Togni, che piantò la vigna. Un vino fresco, sapido, con una bella tensione e un profilo aromatico che unisce agrumi, fiori e note erbacee. Il Disinvolto 2022, Verdicchio in purezza, affina 8 mesi sur lie in vasche di cemento. È un vino più profondo, con una bocca ampia e una mineralità spiccata, che lascia il segno. Infine, il Barbarosa, un frizzante ottenuto da Sangiovese (55%) e Montepulciano (45%), vinificato in bianco e rifermentato in bottiglia con mosto di Trebbiano. Un vino giocoso, rustico e sorprendente, che racconta la voglia di sperimentare.

Lorenzo e Leonardo, appassionati di arte contemporanea, curano anche le etichette con grande attenzione estetica, affidandosi a Giorgio Bartocci. La loro energia e visione ci hanno conquistati.

Campanelli Società Agricola– San Paolo di Jesi (AN)

Ultima tappa del nostro viaggio è stata Campanelli, cantina di San Paolo di Jesi dove ci ha accolto Francesco, mente e cuore del progetto. Con passione e precisione ci ha guidati in un vero e proprio viaggio tra vigne, mappe e territori, svelando la complessità del Verdicchio e il suo profondo legame con il terroir. Non solo la classica distinzione tra riva destra e sinistra del fiume Esino, ma anche un asse nord-sud che disegna un mosaico di microzone, ciascuna con caratteristiche uniche. Una splendida mappa del comune di San Paolo di Jesi ha reso visibili queste sfumature, evidenziando le differenze tra le contrade.

Poi siamo passati alla degustazione, che ha tradotto in calice questa geografia del gusto. Abbiamo iniziato con il San Nicolò 2023, un Verdicchio fresco e vibrante, con note di agrumi e fiori bianchi, che si distingue per la sua tensione minerale e la grande bevibilità. A seguire, il San Michele 2023, più rotondo e avvolgente, con sentori di frutta gialla matura ed erbe aromatiche, che ne esaltano la struttura e la morbidezza. Il Palombare 2022 ci ha colpito per la sua profondità: un Verdicchio di grande carattere, minerale e persistente, che racconta la forza del suolo e il tempo. Abbiamo chiuso con il Contrade 2024, un blend delle tre contrade, sintesi perfetta di equilibrio, complessità e armonia, dove ogni componente trova il suo spazio in un dialogo elegante e coerente.

Le etichette, raffinate e simboliche, rappresentano le vigne stilizzate come segni grafici che legano bottiglia e territorio, rendendo visibile l’origine di ogni vino. Un dettaglio che ci ha colpiti: il primo vino in assoluto dell’azienda risale all’annata 2021, segno di un progetto giovane ma già radicato e consapevole.

By Antonello










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