Nell’ambito dell’ottava edizione di Champagne Experience, il principale evento italiano dedicato allo Champagne, organizzato da Excellence SIDI, abbiamo avuto l’onore di partecipare alla Masterclass “Parcellari e Monovitigni: i nuovi orizzonti di Alexandre Moreau”, grazie all’invito del Dr. Viganò di Passion France, che cogliamo l’occasione per ringraziare.
La Master Class ha messo a confronto i nuovi
Champagne parcellari a base Meunier e i monovitigni da Chardonnay, Pinot Noir e
Pinot Meunier della Maison Sylvie Moreau.
L’evento è stato brillantemente condotto da Chiara Giovoni, Wine Expert, Sommelier
professionista e Ambassadeur du Champagne per l’Italia, che ha raccontato con
competenza e passione l’evoluzione dello Champagne negli ultimi decenni e della
Maison.
In particolare, per la Maison Sylvie Moreau
tutto ha inizio nel 1962, quando André Moreau pianta
le prime vigne a Saint-Euphraise-et-Clairizet. Le prime bottiglie arrivano nel
1973, e dal 1991 la guida passa a Sylvie e Olivier. Già nel 1964, André
avvia la conservazione di riserve di vino: una scelta lungimirante che
oggi ritroviamo nelle cuvée d’ingresso e nelle Edizioni numerate.
La Maison ha scelto una viticoltura ragionata,
attenta al clima e ai suoli—argillosi, calcarei, spesso in forte pendenza—con
vigne distribuite in sei villaggi della Vallée de la Marne.
Oggi è Alexandre
Couillet, figlio di Sylvie, a guidare
la parte tecnica, spingendo verso la conversione biologica, con certificazione
ottenura nel 2023, e una produzione sempre più focalizzata su parcellari e
monovitigni. Una nuova era per la Maison. I nuovi Champagne parcellari
riportano la scritta “vinificati da Alexandre Moreau” e nei prossimi anni
avverrà anche il cambio di nome della Maison, “Champagne Alexandre Moreau”.
Accanto a Chiara,
Alexandre ha presentato con competenza e
visione i nuovi orizzonti della Maison.
Il primo Champagne degustato è stato “La Noue”,
un Meunier 2020 proveniente da una vigna piantata nel 1973 nella Montagne de
Reims, su portainnesto 41B, uno dei portainnesti più storici e diffusi in
viticoltura, selezionato in Francia nel 1882. Si tratta di un Extra-Brut
affinato in botti da 500 litri, non filtrato, che si distingue per la sua
acidità vibrante e una sapidità incisiva. La persistenza è notevole, e il vino
lascia una traccia netta e precisa.
A seguire, “Le Poteau de Coulmmes”,
anch’esso Meunier 2020, proveniente da una parcella piantata nel 1965, sempre
nella Montagne de Reims e con lo stesso portainnesto 41B. Anche qui troviamo un
Extra-Brut affinato in legno, non chiarificato né filtrato. L’equilibrio tra
struttura e freschezza è calibrato, con una tensione gustativa che invita alla
riflessione.
Il terzo vino, “Meunier Élevage Long”,
nasce da un’idea iniziale di vinificazione in barrique come vino fermo. Dopo un
anno, il progetto è stato rimandato, poi rimandato ancora un anno e infine si è
scelto di spumantizzare. Il risultato è sorprendente: uno Champagne che si apre
con note speziate di zenzero, curcuma e zafferano, per poi virare su sentori
agrumati di arancia e chinotto. La profondità aromatica e il potenziale di
invecchiamento lo rendono un vino di grande personalità.
Il quarto Champagne, “Édition n°12” annata
2017, è un Extra-Brut composto da 70% Chardonnay e 30% Meunier, vinificato in
acciaio con minimo intervento. Al naso si percepiscono fiori di acacia e
delicate sfumature di frutta bianca, mentre al palato si rivela fine e diretto,
con una bella pulizia.
Chiude la degustazione in Master Class il
monovitigno “Pinot Noir” 2019, Extra-Brut, proveniente da terreni
esposti a nord e soggetti a gelate primaverili. La tensione minerale e la
freschezza lo rendono austero ma intrigante, con una struttura che promette
evoluzione.
Al termine della degustazione, abbiamo incontrato
Sylvie presso lo stand, dove abbiamo avuto
modo di assaggiare tre ulteriori cuvée non presentate in Master Class.
Il “Racines Extra Brut Riserva” è un
assemblaggio di Meunier (50%), Chardonnay (30%) e Pinot Noir (20%), con il 40%
di vin de réserve perpetuo dal 1964. Dopo almeno 36 mesi sui lieviti, si
presenta con sentori di crosta di pane, nocciola e mela cotogna, in un
equilibrio tra profondità e freschezza.
Con lo stesso assemblaggio, il “Carré Or Extra
Brut Riserva” segue il metodo Solera dal 1964, ma con un affinamento minimo
di 140 mesi sui lieviti. Il profilo aromatico è più evoluto, con note di frutta
secca, spezie dolci, tabacco, che raccontano il tempo con eleganza.
Infine, “Emeraude Extra Brut”, composto in
parti uguali da Pinot Noir e Chardonnay, affina per 60 mesi sui lieviti. Al
naso si apre con agrumi canditi e fiori bianchi, mentre al palato rivela una
mineralità salina che ne esalta la finezza.
Ringraziamo ancora Passion France e il Dr. Viganò per l’invito, e la Maison Sylvie
Moreau per averci dato la possibilità di degustare Champagne che meritano
attenzione e memoria.
By Antonello







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