
“La
dura vita del foodie” ha partecipato alla magnifica Masterclass “Amarone 2015:
l’identità dei Cru” organizzata da “Famiglie storiche”, associazione nata nel
2009 dall’unione di dieci storiche cantine della Valpolicella, arrivate successivamente
a tredici.
Cogliamo l’occasione per ringraziare l’Associazione che ci ha permesso di partecipare
L’evento che si è svolto all’interno di Vinitaly 2025 è stato presentato da Ian D’Agata,
noto esperto enogastronomo e ha avuto come tema portante le annate 2015 di
Amarone della Valpolicella che sono state prodotte da ognuna delle tredici
cantine. La scelta del 2015 è stata effettuata con lo scopo di non avere
vinificazioni troppo invecchiate né troppo giovani e con il fine di comparare
l’evoluzione della tipologia di vino.
Abbiamo avuto
la possibilità di provare eccellenze,
ognuna con le proprie personali caratteristiche peculiari dovute all’aspetto
pedoclimatico del vigneto e all’uvaggio.
È stato evidenziato come, oltre alla Corvina e al Corvinone e in percentuale
anche la Rondinella, in alcuni casi è stata recuperata la varietà del Molinara, uva
che in parte era stata abbandonata e che si è valutato conferire freschezza.
Per ogni Cantina[era presente un rappresentante cha ha illustrato la storia della famiglia e le
caratteristiche del vino in degustazione.
Il
primo vino degustato è stato “Sant’Urbano”, vino biologico prodotto dalla
cantina “Speri viticoltori”, azienda arrivata alla settima generazione: oggi vi
lavorano tre generazioni. Dal 2015 la cantina ha la certificazione biologica. Il
vigneto da cui viene prodotto il “Sant’Urbano” si trova nell’omonima proprietà
acquistata nel 1933, con un’ esposizione ottimale e il suo terreno calcareo-cretaceo.
Il “Sant’Urbano” è composto dal 70% di
Corvina Veronese e Corvinone, 25% Rondinella e 5% Molinara. L’appassimento è di
106 giorni durante i quali l’uva perde il 45% del peso iniziale.
Vino corposo, avvolgente ed elegante.
Il
secondo vino in degustazione è stato “Ca’ Florian Riserva” da un’azienda nata
nel 1902: “Tommasi Viticoltori”.
Proviene
dal cru “Ca’ Florian”, nella zona collinare di Pedemonte.
Corvina 75%, Corvinone 20% e Rondinella 5%.
Rubino intenso, sentori di frutta matura con equilibrio tra acidità e tannicità; vino elegante e persistente.
Poi è stato il
turno di “Masi Agricola”, della famiglia Boscaini, La storia di Masi inizia nel
1772, data della prima vendemmia della famiglia Boscaini nei pregiati vigneti
del “Vajo dei Masi”, valle nel cuore della Valpolicella Classica. “È la
storia di un connubio inscindibile tra un cognome, “Boscaini”, e un toponimo,
“Vaio dei Masi”, come riporta il sito ufficiale dell’azienda. È stato degustato
il “Campolongo di Torbe”, con il vigneto situato nell’omonimo vigneto nel
comune di Negrar, con esposizione sud-ovest e terreno collinare rosso su
calcari marnosi. Corvina 70%, Rondinella 25% e Molinara 5%. Durante
l’appassimento, l’attacco della "botrytis" (muffa nobile) è limitato
alla Corvina. L’annata 2015 è stata ottima per la fase finale della
maturazione, con raccolta di uve sane e mature ideali per la vinificazione. Il
risultato è un vino complesso, elegante e bilanciato.
Siamo passati
poi a “Bertani”. Nel 1957 fu assunto l’enologo Ernesto Barbero ed è stato
acquistato il vigneto “Tenuta Novare”, da dove proviene l’Amarone degustato.
Blend di Corvina veronese per l’80% e 20% rondinella. Premiato con 100 punti come migliore vino del
2024 da James Suckling, si evidenziano le note di prugna, ciliegia e marasca, i
sentori al palato di frutta a bacca rossa e l’equilibrio raggiunto tra tannino
e acidità.
Il quinto vino
è stato “Campo dei Gigli”, dell’azienda “Tenuta Sant’Antonio – Famiglia
Castagnedi”. Azienda giovane, da 30 anni nel mercato, condotta da quattro
fratelli. Presente tra zona Soave e Valpolicella, il “Campo dei Gigli”, è il
più premiato dalle migliori Guide internazionali, come riporta il sito
ufficiale dell’azienda. Al giglio, fiore simbolo di Tenuta Sant’Antonio, è
dedicato il suo vigneto più antico. Il terreno è principalmente calcareo
con una piccola parte limo sabbiosa. E’ un blend di Corvina e Corvinone per il
70%, Rondinella 20%, Croatina 5% e Oseleta 5%. Il colore è rosso rubino, i sentori
sono di frutti selvatici, pepe nero e tabacco, al gusto un vino equilibrato,
corposo e persistente.
La cantina “Musella”
ha portato il Riserva. Prodotto per la prima volta nel 1993, questa annata è
composta da Corvina e Corvinone per il 70%, Rondinella 20%, Oseleta 10%. I terreni dei vigneti sono calcareo nei
vigneti Il Perlar e Palazzina, e medio impasto argilloso tufaceo nel Monte del
Drago. Annata speciale per l’intensa luce e sole nell’estate che ha permesso di
recuperare la pioggia e la grandine dei mesi precedenti, il risultato è un vino
equilibrato e corposo.
Il settimo vino
è stato “Case vecie” di “Brigaldara Azienda Agricola”, nata nel 1928. L'Amarone
“Case Vecie” prende il nome dall’omonimo vigneto situato nel comune di
Grezzana, in Valpantena. L’esposizione permette una maturazione lenta e l’appassimento
prolungato fa sviluppare aromi caratteristici. Al naso quasi tostato, è
persistente al palato con tannino giovane. Questa annata è un blend di Corvina al
39%, Corvinone al 30% e Rondinella 31%.
Siamo passati
poi a “Zenato Azienda Vitivinicola srl”. Fondata da Sergio Zenato, è un’azienda
famigliare con la presenza della moglie Carla e i figli Alberto e Nadia. Il
vigneto, collocato tra i 300-350 nt slm, si trova nella tenuta Costalunga
presso S. Ambrogio di Valpolicella, in una zona collinare, con esposizione
Sud-Est. Il terreno è prevalentemente cretaceo, calcareo, ricco di scheletro. Il
“Classico” degustato è un mix di 85% Corvina Veronese, 10% Rondinella, 5%
Oseleta e Croatina, ed è un vino avvolgente e vellutato, con colore tendente al
granato con l’invecchiamento e sentori di ciliegia e marasca, speziato.
Il nono Amarone
degustato è stato “Monte Cà Bianca”, classica riserva dell’“Azienda Agricola Begali
Lorenzo”. L’azienda a conduzione famigliare si trova a San Pietro in Cariano. L’annata
calda ma con forte escursione termica tra il giorno e la notte, ha permesso di
produrre un Amarone di colore granato, di profumo speziato, equilibrato di
corpo pieno.
La cantina “Allegrini”
di Fumane ha presentato il “Fieramonte”Classico Riserva. L’azienda oggi è in
mano alle nuove generazioni con Francesco, Giovanni, Matteo e Silvia, dopo
essere stata trasformata a fine anni sessanta da Giovanni Allegrini che
perfezionò l’arte della vinificazione. Dal 2017 ottiene la certificazione
Biodiversity Friend, che riconosce non solo le viti ma anche la fauna che le
popola. Il vigneto utilizzato per questo vino è ciottoloso, ricco di scheletro
e un buon contenuto di magnesio e ferro con poca argilla. E’ composta da Corvina
Veronese 45%, Corvinone 45%, Rondinella 5%, Oseleta 5%. Ottima annata per via
delle escursioni termiche, al naso inizialmente si sente il frutto scuro e poi
lo speziato e il caffè. Fine e armonioso al palato.
L’undicesimo
vino è stato “La Fabrisiera”, Classico Riserva, della cantina “Tedeschi”.
Presente nella produzione vinicola fin dal 1630, negli anni sessanta dello
scorso secolo Lorenzo Tedeschi diede un impulso per una modernizzazione
dell’azienda. Il vino degustato, nato dalla passione di Renzo Tedeschi, nasce nel
1983 e solo dal 2011 è un Cru. Poche le annate prodotte. Il terreno è argilloso,
calcareo, ricco in scheletro ed è un mix di 40% Corvina 40% Corvinone 15%
Rondinella 5% Oseleta. Rubino intenso, il risultato è un vino di struttura,
elegante e persistente.
“Guerrieri
Rizzardi” ha presentato “Calcarole”, Classico Riserva. La famiglia, presente fin da inizio ‘600 nel
mercato vinicolo e agricolo, nasce come azienda agricola nel 1913 con unione in
matrimonio delle due famiglie. Il nome del vino è quello del vigneto, terreno calcareo
con tessitura argillosa-sabbiosa. Blend di Corvina 79 %, barbera 10%,
rondinella 5%, sangiovese 5%, corvinone 1%. Dopo 12 mesi in barriques da 2,25 hl e 24 mesi
in botti da 25 hl, è stato imbottigliato il 14 novembre 2019. Colore rubino,
strutturato e armonioso.
Infine,
l’ultimo vino provato è stato il “Brolo Camozzini” Riserva di “Torre d’Orti”.
La famiglia Piona è sempre stata legata al Custoza con l’azienda “Cavalchina”, ma
con Franco Piona si è passati anche al mondo della Valpolicella acquistando “Torre
d’Orti”. Vigneto con esposizione nord est, a circa 300-350 m slm, ha un terreno
marnoso con strati di terra rossa. Le uve utilizzate, senza indicazione delle
percentuali, sono: Corvina,
Corvinone, Rondinella, Oseleta Poche le bottiglie prodotte di questo Amarone
che rilascia inizialmente frutto macerato, poi spezie e infine petali di rosa
appassiti. Al gusto buoni tannini, sapido, potente e che può ancora evolvere.