giovedì 26 giugno 2025

Vinitaly: Famiglie Storiche Amarone 2015: l’identità dei Cru


“La dura vita del foodie” ha partecipato alla magnifica Masterclass “Amarone 2015: l’identità dei Cru” organizzata da “Famiglie storiche”, associazione nata nel 2009 dall’unione di dieci storiche cantine della Valpolicella, arrivate successivamente a tredici.

Cogliamo l’occasione per ringraziare l’Associazione che ci ha permesso di partecipare

L’evento che si è svolto all’interno di Vinitaly 2025 è stato presentato da Ian D’Agata, noto esperto enogastronomo e ha avuto come tema portante le annate 2015 di Amarone della Valpolicella che sono state prodotte da ognuna delle tredici cantine. La scelta del 2015 è stata effettuata con lo scopo di non avere vinificazioni troppo invecchiate né troppo giovani e con il fine di comparare l’evoluzione della tipologia di vino.

Abbiamo avuto la possibilità di provare eccellenze, ognuna con le proprie personali caratteristiche peculiari dovute all’aspetto pedoclimatico del vigneto e all’uvaggio. È stato evidenziato come, oltre alla Corvina e al Corvinone e in percentuale anche la Rondinella, in alcuni casi è stata recuperata la varietà del Molinara, uva che in parte era stata abbandonata e che si è valutato conferire freschezza.

Per ogni Cantina[era presente un rappresentante cha ha illustrato la storia della famiglia e le caratteristiche del vino in degustazione.

Il primo vino degustato è stato “Sant’Urbano”, vino biologico prodotto dalla cantina “Speri viticoltori”, azienda arrivata alla settima generazione: oggi vi lavorano tre generazioni. Dal 2015 la cantina ha la certificazione biologica. Il vigneto da cui viene prodotto il “Sant’Urbano” si trova nell’omonima proprietà acquistata nel 1933, con un’ esposizione ottimale e il suo terreno calcareo-cretaceo.  Il “Sant’Urbano” è composto dal 70% di Corvina Veronese e Corvinone, 25% Rondinella e 5% Molinara. L’appassimento è di 106 giorni durante i quali l’uva perde il 45% del peso iniziale.

Vino corposo, avvolgente ed elegante.

Il secondo vino in degustazione è stato “Ca’ Florian Riserva” da un’azienda nata nel 1902: “Tommasi Viticoltori”.

Proviene dal cru “Ca’ Florian”, nella zona collinare di Pedemonte. Corvina 75%, Corvinone 20% e Rondinella 5%.

Rubino intenso, sentori di frutta matura con equilibrio tra acidità e tannicità; vino elegante e persistente.

Poi è stato il turno di “Masi Agricola”, della famiglia Boscaini, La storia di Masi inizia nel 1772, data della prima vendemmia della famiglia Boscaini nei pregiati vigneti del “Vajo dei Masi”, valle nel cuore della Valpolicella Classica. “È la storia di un connubio inscindibile tra un cognome, “Boscaini”, e un toponimo, “Vaio dei Masi”, come riporta il sito ufficiale dell’azienda. È stato degustato il “Campolongo di Torbe”, con il vigneto situato nell’omonimo vigneto nel comune di Negrar, con esposizione sud-ovest e terreno collinare rosso su calcari marnosi. Corvina 70%, Rondinella 25% e Molinara 5%. Durante l’appassimento, l’attacco della "botrytis" (muffa nobile) è limitato alla Corvina. L’annata 2015 è stata ottima per la fase finale della maturazione, con raccolta di uve sane e mature ideali per la vinificazione. Il risultato è un vino complesso, elegante e bilanciato.

Siamo passati poi a “Bertani”. Nel 1957 fu assunto l’enologo Ernesto Barbero ed è stato acquistato il vigneto “Tenuta Novare”, da dove proviene l’Amarone degustato. Blend di Corvina veronese per l’80% e 20% rondinella.  Premiato con 100 punti come migliore vino del 2024 da James Suckling, si evidenziano le note di prugna, ciliegia e marasca, i sentori al palato di frutta a bacca rossa e l’equilibrio raggiunto tra tannino e acidità.

Il quinto vino è stato “Campo dei Gigli”, dell’azienda “Tenuta Sant’Antonio – Famiglia Castagnedi”. Azienda giovane, da 30 anni nel mercato, condotta da quattro fratelli. Presente tra zona Soave e Valpolicella, il “Campo dei Gigli”, è il più premiato dalle migliori Guide internazionali, come riporta il sito ufficiale dell’azienda. Al giglio, fiore simbolo di Tenuta Sant’Antonio, è dedicato il suo vigneto più antico. Il terreno è principalmente calcareo con una piccola parte limo sabbiosa. E’ un blend di Corvina e Corvinone per il 70%, Rondinella 20%, Croatina 5% e Oseleta 5%. Il colore è rosso rubino, i sentori sono di frutti selvatici, pepe nero e tabacco, al gusto un vino equilibrato, corposo e persistente.

La cantina “Musella” ha portato il Riserva. Prodotto per la prima volta nel 1993, questa annata è composta da Corvina e Corvinone per il 70%, Rondinella 20%, Oseleta 10%.  I terreni dei vigneti sono calcareo nei vigneti Il Perlar e Palazzina, e medio impasto argilloso tufaceo nel Monte del Drago. Annata speciale per l’intensa luce e sole nell’estate che ha permesso di recuperare la pioggia e la grandine dei mesi precedenti, il risultato è un vino equilibrato e corposo.

Il settimo vino è stato “Case vecie” di “Brigaldara Azienda Agricola”, nata nel 1928. L'Amarone “Case Vecie” prende il nome dall’omonimo vigneto situato nel comune di Grezzana, in Valpantena. L’esposizione permette una maturazione lenta e l’appassimento prolungato fa sviluppare aromi caratteristici. Al naso quasi tostato, è persistente al palato con tannino giovane. Questa annata è un blend di Corvina al 39%, Corvinone al 30% e Rondinella 31%.

Siamo passati poi a “Zenato Azienda Vitivinicola srl”. Fondata da Sergio Zenato, è un’azienda famigliare con la presenza della moglie Carla e i figli Alberto e Nadia. Il vigneto, collocato tra i 300-350 nt slm, si trova nella tenuta Costalunga presso S. Ambrogio di Valpolicella, in una zona collinare, con esposizione Sud-Est. Il terreno è prevalentemente cretaceo, calcareo, ricco di scheletro. Il “Classico” degustato è un mix di 85% Corvina Veronese, 10% Rondinella, 5% Oseleta e Croatina, ed è un vino avvolgente e vellutato, con colore tendente al granato con l’invecchiamento e sentori di ciliegia e marasca, speziato.

Il nono Amarone degustato è stato “Monte Cà Bianca”, classica riserva dell’“Azienda Agricola Begali Lorenzo”. L’azienda a conduzione famigliare si trova a San Pietro in Cariano. L’annata calda ma con forte escursione termica tra il giorno e la notte, ha permesso di produrre un Amarone di colore granato, di profumo speziato, equilibrato di corpo pieno.

La cantina “Allegrini” di Fumane ha presentato il “Fieramonte”Classico Riserva. L’azienda oggi è in mano alle nuove generazioni con Francesco, Giovanni, Matteo e Silvia, dopo essere stata trasformata a fine anni sessanta da Giovanni Allegrini che perfezionò l’arte della vinificazione. Dal 2017 ottiene la certificazione Biodiversity Friend, che riconosce non solo le viti ma anche la fauna che le popola. Il vigneto utilizzato per questo vino è ciottoloso, ricco di scheletro e un buon contenuto di magnesio e ferro con poca argilla. E’ composta da Corvina Veronese 45%, Corvinone 45%, Rondinella 5%, Oseleta 5%. Ottima annata per via delle escursioni termiche, al naso inizialmente si sente il frutto scuro e poi lo speziato e il caffè. Fine e armonioso al palato.

L’undicesimo vino è stato “La Fabrisiera”, Classico Riserva, della cantina “Tedeschi”. Presente nella produzione vinicola fin dal 1630, negli anni sessanta dello scorso secolo Lorenzo Tedeschi diede un impulso per una modernizzazione dell’azienda. Il vino degustato, nato dalla passione di Renzo Tedeschi, nasce nel 1983 e solo dal 2011 è un Cru. Poche le annate prodotte. Il terreno è argilloso, calcareo, ricco in scheletro ed è un mix di 40% Corvina 40% Corvinone 15% Rondinella 5% Oseleta. Rubino intenso, il risultato è un vino di struttura, elegante e persistente.

“Guerrieri Rizzardi” ha presentato “Calcarole”, Classico Riserva.  La famiglia, presente fin da inizio ‘600 nel mercato vinicolo e agricolo, nasce come azienda agricola nel 1913 con unione in matrimonio delle due famiglie. Il nome del vino è quello del vigneto, terreno calcareo con tessitura argillosa-sabbiosa. Blend di Corvina 79 %, barbera 10%, rondinella 5%, sangiovese 5%, corvinone 1%.  Dopo 12 mesi in barriques da 2,25 hl e 24 mesi in botti da 25 hl, è stato imbottigliato il 14 novembre 2019. Colore rubino, strutturato e armonioso.

Infine, l’ultimo vino provato è stato il “Brolo Camozzini” Riserva di “Torre d’Orti”. La famiglia Piona è sempre stata legata al Custoza con l’azienda “Cavalchina”, ma con Franco Piona si è passati anche al mondo della Valpolicella acquistando “Torre d’Orti”. Vigneto con esposizione nord est, a circa 300-350 m slm, ha un terreno marnoso con strati di terra rossa. Le uve utilizzate, senza indicazione delle percentuali, sono: Corvina, Corvinone, Rondinella, Oseleta Poche le bottiglie prodotte di questo Amarone che rilascia inizialmente frutto macerato, poi spezie e infine petali di rosa appassiti. Al gusto buoni tannini, sapido, potente e che può ancora evolvere.

Antonello








giovedì 12 giugno 2025

Vinitaly 2025


“La dura vita del foodie” presente per il secondo anno a Vinitaly, la maggiore fiera del vino in Italia con circa 4.000 aziende, 18 padiglioni e numerosissimi operatori del settore dall’Italia e dal mondo.

Nei tre giorni a Verona abbiamo avuto modo di parlare con molti produttori e consorzi.

Sempre bella l’iniziativa del “Consorzio per la tutela del Franciacorta”, che consiste in una serie di degustazioni di diverse cantine dove, per ogni fascia oraria, si ha una tipologia di bollicine, dal Dosaggio Zero all’Extra-Brut. Noi abbiamo degustato il Saten.

Altre cantine Franciacorta che abbiamo apprezzato sono state “Vigneti Cenci”, con i loro terreni ai piedi del Monte Orfano a Cologne e “Monzio Compagnoni” di Adro, entrambe in provincia di Brescia.

Sempre in Lombardia molto interessanti il “2005 Cruasè Extra Brut” della cantina “Finigeto”, Pinot nero 100%, il “Vergonberra” metodo classico dell’Oltrepo Pavese dell’azienda “Bruno Verdi”, Pinot nero 85% e Chardonnay 15%.

Nel padiglione del Piemonte interessante l’evento “Alta Langa 2021“della cantina “Barberis” di Cortemilia, provincia di Cuneo, che ha presentato l’ottimo “Brut 2021”, Pinot nero e Chardonnay, e “Zero Quindici”, 100% uve moscato appassite e prodotto solo nelle annate migliori.

Per i bianchi nota di merito per “Staphylè”, Verdicchio dei Castelli di Jesi”, della cantina “Vini Simonetti” di Staffolo, provincia di Ancona. Massimo e Mirco Simonetti ci hanno dato la possibilità di provare l’annata 2023 e 2014. Quest’ultima una vera chicca dove abbiamo potuto apprezzare l’ottimo invecchiamento. Valida tutta la gamma offerta.

Molto interessante è stato il Wine Tasting dedicato al “Custoza Riserva” offerto dal “Consorzio Tutela Vino Custoza”. Cinque le etichette degustate: la riserva della cantina “Bergamini” e della cantina “Albino Piona”, “Adriano” della cantina “Tamburino Sardo”, “Rabitta” 2022 dell’Azienda Agricola “Cavalchina” e per finire con “Sub 27” della Cantina “Gorgo”.

Dai Colli Orientali del Friuli, Manzano provincia di Udine, segnaliamo “Roi Clar”, azienda “fondata sul concetto di vinificare in Anfora uve mature, provenienti da Vigneti anziani”. Ribolla Gialla, Friulano e Pinot Grigio fanno un affinamento di 12 mesi in anfora. Eleganti e piacevoli.

Dell’azienda “Ritterhof”, Caldaro, Alto Adige, abbiamo apprezzato i tanti vini che ci sono stati proposti dal simpatico Paolo. Evidenziamo il Sauvignon 2022 “Paratus” il Lagrein 2023 “Latus” entrambi della linea “Collis”.

Un salto poi a Valle di Cembra con la cantina “Villa Corniole” dove, come recita il sito dell’azienda, “la viticoltura eroica è vita quotidiana. Costruiamo muri a secco e coltiviamo vigneti terrazzati in alta quota, su pendii scoscesi che richiedono passione, fatica e rispetto per la natura.” Quattro le denominazioni e disciplinari prodotti, Trento Doc, Trentino Doc, Trentino Doc Superiore Cembra e Dolomiti IGT. Dalle iniziali dei nomi delle tre sorelle Sabina, Linda e Sara, nasce la linea “Salisa”, abbiamo degustato il Riserva Trento Doc, Chardonnay, secco, fresco e sapido.   

Rimanendo in montagna, ma passando in Val d’Aosta, ottima la selezione di Grosjean Vini, Quart (Aosta). Abbiamo degustato le selezioni, prodotte un numero limitato di bottiglie.  Ci limitiamo a segnalare il “Fumin” in purezza vigne Rovetazz 2023 e il “Clairetz” 2021, da uve pregiate storiche, appassimento naturale e prodotto in 3.000 bottiglie.

L’Azienda Vinicola “Casetta” si trova a Vezza D’Alba, nel cuore del Roero. Abbiamo avuto l’opportunità di degustare il Roero Riserva 2018 e Roero Superiore 2004, il Barbaresco 2019 e il Barbaresco riserva 1999, per poi passare al Barolo 2016, 2017 e 2018 apprezzando l’evoluzione di questi splendidi vini. Il Barolo 2016 fa parte della linea “Case Nere”, cru di La Morra famoso per i suoi eccellenti vini. Rosso brillante, il bouquet intenso, il gusto elegante, armonico e persistente, fanno di questo vino un’eccellenza.

Della Liguria segnaliamo l’assaggio della bottiglia nr 734 di 1680 dello “Cinque Terre Sciachettrà” 2021 della “Cantina Capellini”. Splendido vino da meditazione, che utilizza prevalentemente uve provenienti dal vitigno autoctono di Bosco con l’aggiunta di piccole quantità di Arbarola e Vermentino.

Per la Sicilia segnaliamo il “Consorzio Vini Pantelleria DOC”. Il consorzio è composto da soci viticultori, circa 300 a novembre 2024, e soci 8 soci vinificatori e imbottigliatori. Il bianco “Gadì” 2018 della “Cantina Salvatore Murana”, il passito “Calypso” 2022 dell’Azienda Vitivinicola Maddalena” e lo “Shamira” della “Cantina Basile” ci hanno permesso di apprezzare le qualità dei vini di questa splendida isola.

Infine, un salto all’estero, Ungheria. Abbiamo avuto modo di degustare il Tokaji di “Fuleky”. In particolare, il “Pallas Late Harvest Toakij” 2017. Residuo zuccherino 89 g/l, acidità 5,68 g/l, sapori tipici dei vini provenienti dai terreni vulcanici della regione vinicola di Tokaj. Colore giallo paglierino medio chiaro e aromi intensi di frutta matura e secca. Abbinamenti suggeriti Cannolo e Babà!


















Vinitaly: Famiglie Storiche Amarone 2015: l’identità dei Cru

“La dura vita del foodie” ha partecipato alla magnifica Masterclass “Amarone 2015: l’identità dei Cru” organizzata da “Famiglie storiche”, a...