giovedì 20 novembre 2025

Tienimenti Leone: un viaggio sensoriale tra vigneti, storia e sapori autentici

Nel cuore della campagna laziale, a pochi chilometri da Roma e da Latina, e immersa nel paesaggio verdeggiante di Lanuvio, si trova Tienimenti Leone, una tenuta vitivinicola che incarna la passione per il vino, la sostenibilità e la valorizzazione del territorio. La visita guidata con degustazione è molto più di un semplice tour: è un’esperienza che coinvolge tutti i sensi e lascia il segno.

Un territorio ricco di storia e natura

Tienimenti Leone si estende su 72 ettari, di cui 34 coltivati a vigneto, in un terreno vulcanico che dona caratteristiche uniche ai suoi vini. La filosofia dell’azienda è chiara: produrre vini biologici nel rispetto dell’ambiente, con impianti fotovoltaici e sistemi di irrigazione sotterranei che riducono gli sprechi.

Durante la visita, si viene accolti con calore e professionalità. La passeggiata tra i filari è un ritorno alle origini, un modo per riscoprire il legame profondo tra uomo e terra. Si attraversano le grotte scavate nella roccia vulcanica, si esplora la cantina e si respira la storia che permea ogni angolo della tenuta.

La Torre medievale e le grotte vulcaniche

Uno degli angoli più suggestivi di Tienimenti Leone è la torre medievale, che domina il paesaggio con la sua imponenza e racconta secoli di storia locale. Restaurata con cura, oggi accoglie i visitatori come simbolo dell’identità della tenuta. Ai suoi piedi si aprono le grotte vulcaniche, antichi rifugi scavati nella roccia, anch’esse sapientemente recuperate. Questi ambienti freschi e silenziosi ospitano parte della cantina e offrono un’atmosfera unica durante la visita, dove il passato e il presente si incontrano in un abbraccio di pietra e vino.

La degustazione: un viaggio nei profumi e sapori

La parte più attesa è la degustazione di 3 vini abbinati a prodotti locali come salumi, formaggi e pane ed olio. Ogni etichetta racconta una storia, spesso con nomi ispirati al dialetto romano, per rompere con la formalità e avvicinare il vino alla quotidianità.

I vini spaziano da bianchi freschi e aromatici a rossi strutturati e intensi, tutti espressione autentica del territorio. La guida spiega con passione le tecniche di vinificazione, le peculiarità di ogni vitigno e le scelte sostenibili che rendono Tienimenti Leone un esempio virtuoso.

Originale la scelta di servirli “a tappe” nella successione delle varie location della tenuta.

Sommelier AIS: guida esperta tra i calici del vino

Durante la visita guidata a Tienimenti Leone, l’esperienza di degustazione è impreziosita dalla presenza di una delegazione dei sommelier AIS (Associazione Italiana Sommelier), veri e propri ambasciatori del vino. Con competenza e passione, accompagnano gli ospiti nella scoperta delle etichette della tenuta, spiegando le caratteristiche organolettiche, le tecniche di abbinamento e le peculiarità del territorio. Il loro racconto trasforma ogni sorso in un momento di conoscenza, rendendo la degustazione non solo piacevole, ma anche formativa. Un valore aggiunto che rende l’esperienza ancora più memorabile.

Un’esperienza da ricordare

La cura dei dettagli, l’atmosfera rilassata e l’attenzione al visitatore rendono la visita un momento speciale, ideale per coppie, gruppi di amici o appassionati di enogastronomia.

Tienimenti Leone non è solo una cantina, ma un luogo dove si celebra la bellezza della terra, il valore della tradizione e l’innovazione sostenibile. Se cercate un’esperienza autentica, lontana dai circuiti turistici convenzionali, questo angolo di Lazio saprà conquistarvi.

By Mario









martedì 18 novembre 2025

Doctor Wine: Presentazione della Guida Essenziale ai Vini Italiani 2025

L’undici ottobre a Roma, presso il Salone Novecento, è stata presentata la nuova edizione della Guida Essenziale ai Vini Italiani 2025 firmata Doctor Wine, alias Daniele Cernilli. La guida raccoglie circa 1.350 aziende e 3.400 vini, offrendo anche una selezione di 860 etichette segnalate per l’ottimo rapporto qualità/prezzo. Fiore all’occhiello sono le 138 Tre Stelle, riconoscimenti attribuiti con le celebri “faccine” di Cernilli, che “ci mette la faccia” nel certificare l’eccellenza dei vini premiati.

Una guida importante con un tasso del 10% di ricambio aziende, segno che si è sempre alla ricerca di novità e questo rende la guida particolarmente interessante.

Tra le cantine protagoniste, spicca Zuani. Abbiamo avuto l’onore di conoscere la Signora Patrizia Felluga, che ci ha presentato la cantina. Patrizia, figlia di Marco Felluga, ha intrapreso un percorso autonomo, fondando una realtà che riflette la sua personale visione del territorio. La cantina, situata a San Floriano del Collio, è circondata dalla tipica Ponca, una combinazione di marna e arenaria, e produce esclusivamente vini bianchi, espressione pura del terroir.

Grazie al nostro amico Andrea “Sauvignon” Pavan, che ringraziamo anche per le foto, abbiamo potuto degustare alcune etichette memorabili. Il Sodevo Pinot Grigio, vinificato in acciaio per preservare le caratteristiche varietali, si è rivelato elegante e fresco, con note fruttate e un gusto sapido e minerale. Il Collio Bianco “Vigne”, un blend paritario di Pinot Grigio, Sauvignon, Chardonnay e Friulano, ha mostrato un equilibrio armonico tra freschezza e struttura. Il Collio Bianco Riserva, frutto di uve autoctone e internazionali, ha subito una macerazione a freddo e un affinamento in piccole botti di rovere francese. Il risultato è un vino dal colore giallo paglierino, con un profumo complesso di frutta e vaniglia, e un gusto elegante e persistente.

La storica casa Ferrari ha presentato tre Trento DOC di altissimo livello. Il Giulio Ferrari Riserva del Fondatore Extra Brut 2016, 100% Chardonnay, ha incantato con la sua bollicina cremosa e le note di agrumi canditi e crosta di pane. Il Perlè Nero Extra Brut 2018, 100% Pinot Nero, sentori di piccoli frutti rossi, spezie e un tocco affumicato. Il Perlè Brut Riserva 2019, anch’esso 100% Chardonnay, vivace, con profumi di mela verde, fiori bianchi e mandorla. Tre interpretazioni del metodo classico che confermano la leadership della maison trentina.

Riccardo Isetti ci ha guidato alla scoperta di Monviert, azienda di Cividale del Friuli, dove il paesaggio si apre su colline dolci e vigneti ordinati. Il Sauvignon 2024 ha aperto la degustazione con note di maracuja e frutta bianca, un vino sapido e persistente. Il Friulano Riserva 2022, vinificato in acciaio, ha offerto sentori di ananas e albicocca, con freschezza e mineralità. Il Tricur, blend unico con 50% Riesling botritizzato, 25% Friulano e 25% Ribolla Gialla, affinato in acciaio e barrique per 24 mesi, ha chiuso la degustazione con un vino complesso, dai sentori di frutta esotica e acacia, persistente.

Nel Veneto, Giampaolo Speri della cantina Speri ci ha presentato due etichette che raccontano la tradizione e l’evoluzione della Valpolicella. Il Valpolicella Ripasso 2023 si è mostrato fresco e fruttato, con note di ciliegia e pepe nero. Il celebre Sant’Urbano Classico Superiore 2022, proveniente dal cru omonimo, ha rivelato un profilo di grande eleganza e profondità, con sentori di amarena, spezie dolci e tabacco, tannino vellutato e un finale lungo e avvolgente. Due vini che testimoniano la coerenza stilistica e la visione della famiglia Speri, custode di una delle zone più iconiche del vino italiano.

Per le Marche, la Signora Valentina Ceracchi ci ha presentato Umani Ronchi, azienda che già conoscevamo avendola visitata. Il progetto Vecchie Vigne Historical, 2020, Verdicchio dei castelli di Jesi, valorizza le parcelle più antiche dell’azienda, con vinificazioni dedicate.  Il Pelago 2021, rosso elegante e potente, è un blend di Montepulciano, Cabernet Sauvignon e Merlot, 14 mesi barrique, con note di frutti neri, spezie e cacao. Il Campo San Giorgio Conero Riserva 2020, 100% Montepulciano da vecchie vigne storiche, si è distinto per profondità, austerità e potenziale evolutivo.

Dalla Campania, Francesco ci ha illustrato la cantina Fonzone, presentando una selezione di etichette che raccontano la ricchezza dell’Irpinia. Le Mattine Falanghina 2023, vinificata in acciaio e anfora e frutto di quattro vendemmie, ha mostrato una freschezza vivace e una struttura interessante. Il Sequoia Fiano Riserva 2023 ha avuto  un interessante percorso di affinamento con dodici mesi in botte grande di rovere austriaco e barili, sei mesi in acciaio e ulteriori sei mesi in bottiglia. Elegante, ha regalato note di nocciola e fiori bianchi. L’Oikos Greco di Tufo DOCG Riserva, da un clone antico, ha subito dodici mesi in botte grande, ventiquattro in vasca di cemento e sei in bottiglia, offrendo un profilo aromatico interessante e una grande longevità.

Ringraziamo Doctor Wine per averci guidato in questo viaggio tra le eccellenze vinicole italiane, attraverso la presentazione della Guida Essenziale ai Vini Italiani 2025. Un’esperienza ricca di incontri, scoperte e degustazioni che conferma, ancora una volta, la vitalità e la qualità del panorama enologico nazionale.

By Antonello







domenica 16 novembre 2025

Champagne Monopole Heidsieck & Co Blue Top Brut: bollicine con stile

Se hai voglia di stappare qualcosa di speciale, il Champagne Monopole Blue Top è una scelta che non delude. Elegante, fresco e con quel tocco classico che fa subito festa, è il tipo di bollicina che si adatta bene sia a un brindisi improvvisato che a una cena più curata.

Appena versato, colpisce per il suo colore giallo paglierino brillante e per le bollicine fini e persistenti. Al naso arrivano profumi di frutta fresca, agrumi e un leggero sentore tostato, mentre in bocca è vivace, equilibrato e piacevolmente secco. Non è troppo aggressivo, ma ha abbastanza carattere da farsi notare.

È ottenuto da una miscela ben bilanciata di Pinot Nero (70%), Chardonnay (20%) e Pinot Meunier (10%). Questo blend gli conferisce struttura, freschezza e una bella complessità aromatica.

Ottimo come aperitivo, ma anche perfetto con piatti di pesce, crostacei o finger food eleganti. In poche parole: è uno champagne che fa bella figura, senza bisogno di troppe presentazioni. Se lo trovi in enoteca o online a un buon prezzo, vale la pena provarlo.

By Mario






 

venerdì 14 novembre 2025

Tutto quello che avreste voluto sapere sul Meunier e il Parmigiano ma non avete mai osato chiedere

Un viaggio tra Champagne e Parmigiano Reggiano alla Champagne Experience di Bologna

Nell’ambito dell’ottava edizione di Champagne Experience, il principale evento italiano dedicato allo Champagne, organizzato da Excellence SIDI, abbiamo avuto l’onore di partecipare alla Masterclass: “Caratteri del Meunier e Parmigiano Reggiano: analisi tecnica di tre abbinamenti”.

Dopo l’introduzione di Alessandro Stocchi del Consorzio del Parmigiano Reggiano e “battitore” del famoso formaggio, a guidare questo viaggio sensoriale ci hanno pensato due relatori d’eccezione: Geoffrey Orban, master in enologia e ambasciatore dello Champagne, e Fabio Giberti, Assaggiatore Esperto di Parmigiano Reggiano. L’obiettivo della Master Class? Scoprire come le sfumature del vitigno Meunier possano dialogare con le diverse stagionature del Parmigiano Reggiano, attraverso una degustazione tecnica di tre abbinamenti inediti.

Il Meunier è spesso la “terza via” dello Champagne, meno noto rispetto a Pinot Noir e Chardonnay, ma ricco di personalità. Geoffrey Orban lo ha raccontato con passione, svelando caratteristiche e segreti che solo chi il terroir lo vive ogni giorno sa trasmettere.

Ha prima illustrato i vari terreni dove cresce il vitigno, illustrando per ognuno i sentori che trasmette.  È poi passato ad illustrare le tre caratteristiche di questo vitigno, vivace, fruttato e intenso, ognuna delle quali declinata in dieci sfumature. Già queste trenta sfumature fanno capire la complessità e ricchezza di questo vitigno! Queste tre caratteristiche sono uno strumento utile per accostarsi agli Champagne de Vigneron facilitandone il consiglio, le vendite e l’acquisto.

Infine, ha comparato le due AOP, dello Champagne e del Parmigiano. Un confronto dove il tempo di affinamento in entrambi i casi è un fattore fondamentale per la qualità del prodotto.

Il cuore della masterclass è stato l’assaggio guidato di tre Champagne Meunier in abbinamento a tre diverse stagionature di Parmigiano Reggiano. Un esperimento sensoriale capace di cambiare la percezione di entrambi i prodotti. Con un focus sugli Champagne, abbiamo degustato, ognuno con un Parmigiano Reggiano di stagionatura diversa:

Dourdon Veillard Instant Meunier 2019 Brut Fresco, diretto, con note di frutta bianca, fiori di campo e una bollicina fine. Un Meunier giovane e dinamico.

Collard-Picard Racines 100% Meunier Petit Meunier proveniente dal lato destro della Vallée de la Marne. Assemblaggio di più vendemmie: 50% 2013/2014/2015 e 50% 2017. Frutta fresca, erbe aromatiche, acidità vivace.

Pascale Lejeune Figure de Style n.4 Oxymore 50% 2019 e 50% 2020, dal Coteaux Sud d’Epernay, Pierry Premier Cru. Intenso, elegante, con sfumature ossidative.

La Champagne Experience di Bologna ha confermato ancora una volta quanto il Meunier sappia sorprendere, emozionare e raccontare il terroir con autenticità. Ma è stato l’incontro con il Parmigiano Reggiano a rivelare la forza dell’abbinamento: non un semplice accompagnamento, ma un vero dialogo sensoriale. Ogni calice ha esaltato nuove sfumature del formaggio, e ogni assaggio ha restituito profondità e rilievo allo Champagne. Quando Francia e Italia si incontrano così, il risultato è un equilibrio che arricchisce entrambi.

By Antonello








mercoledì 12 novembre 2025

Pasta con zucchine, guanciale e caciocavallo ubriaco

Se siete alla ricerca di un primo piatto che unisca la delicatezza delle verdure alla golosità dei formaggi e alla sapidità del guanciale, questa ricetta fa al caso vostro. La pasta con zucchine, guanciale croccante e caciocavallo ubriaco è un incontro armonioso tra freschezza e intensità, ideale per stupire gli ospiti o coccolarsi con qualcosa di speciale. Il caciocavallo ubriaco, con il suo gusto deciso e la nota vinosa, dona un tocco gourmet che trasforma un piatto semplice in un’esperienza memorabile. Pronta in soli 30 minuti, questa ricetta è perfetta per chi ama la cucina veloce ma ricca di sapore.

Ingredienti per 4 persone:

350 g di pasta corta (tipo rigatoni o mezze maniche o altro formato simile)

4 zucchine romanesche

100 g di guanciale

50 g di parmigiano grattugiato

100 g di caciocavallo ubriaco

Sale q.b.

Pepe nero q.b.

Olio extravergine d’oliva q.b.

Procedimento:

Lavate e tagliate le zucchine a rondelle. Cuocetele in padella con un filo d’olio, una macinata di pepe e un pizzico di sale. Quando saranno morbide, frullatele fino a ottenere una crema liscia. Passatela al setaccio per eliminare eventuali fibre e tenetela da parte.

Tagliate il guanciale a listarelle e rosolatelo in una padella antiaderente a fuoco basso, finché il grasso non sarà ben sciolto e la carne croccante. Scolatelo su carta assorbente per eliminare l’eccesso di unto.

Lessate la pasta in abbondante acqua salata, scolatela molto al dente e trasferitela nella padella con la crema di zucchine. Aggiungete il parmigiano e il guanciale, mescolando energicamente per amalgamare il tutto.

Servite la pasta ben calda, completando ogni porzione con cubetti di caciocavallo ubriaco. Il calore della pasta ne esalterà il profumo e la cremosità.

by Mario

Alla scoperta di Casale del Giglio: un’esperienza da vivere

Esistono luoghi dove il vino non è solo prodotto, ma raccontato. Casale del Giglio è uno di questi: una cantina che ha saputo trasformare l’Agro Pontino in un crocevia di tradizione, ricerca e passione. Accompagnati dalla Fondazione Italiana Sommelier di Latina, i partecipanti hanno vissuto un’esperienza immersiva tra vigneti, botti e calici, dove ogni dettaglio ha contribuito a svelare l’anima di un territorio e la visione di un’azienda che ha fatto della qualità il suo manifesto.

Accolti con calore dallo staff dell’azienda, i partecipanti hanno iniziato il tour con una passeggiata tra i vigneti, dove la storia e l’innovazione si intrecciano. Casale del Giglio ha saputo valorizzare un territorio storicamente poco vocato alla viticoltura, trasformandolo in un laboratorio di sperimentazione e qualità. Dai vitigni internazionali come Syrah e Viognier, fino alle varietà autoctone come il Cesanese e il Bellone, ogni filare racconta una scelta coraggiosa e una visione lungimirante.

La visita è proseguita all’interno della cantina, dove si è potuto osservare da vicino le fasi di vinificazione, affinamento e imbottigliamento. L’attenzione al dettaglio, la pulizia degli ambienti e l’equilibrio tra tecnologie moderne e rispetto per la materia prima hanno suscitato grande interesse tra i  presenti.

Il momento più atteso è stato senza dubbio la degustazione. In un’atmosfera conviviale ma allo stesso tempo professionale, sono stati proposti alcuni dei vini più rappresentativi dell’azienda: dal bianco fresco e aromatico Anthium Bellone, al rosso strutturato Mater Matuta, passando per l’elegante Petit Verdot. Ogni calice è stato accompagnato da spiegazioni tecniche e curiosità, arricchendo l’esperienza sensoriale con contenuti culturali e storici.

L’iniziativa ha rappresentato non solo un’opportunità formativa, ma anche un momento di aggregazione tra appassionati e professionisti del settore. La visita ha rafforzato il legame tra territorio, cultura e vino, lasciando nei partecipanti il desiderio di tornare e approfondire ancora di più la conoscenza di questa eccellenza laziale.

by Mario











lunedì 10 novembre 2025

Champagne Experience Bologna 2025 Masterclass Parcellari e Monovitigni: i nuovi orizzonti di Alexandre Moreau

Nell’ambito dell’ottava edizione di Champagne Experience, il principale evento italiano dedicato allo Champagne, organizzato da Excellence SIDI, abbiamo avuto l’onore di partecipare alla Masterclass “Parcellari e Monovitigni: i nuovi orizzonti di Alexandre Moreau”, grazie all’invito del Dr. Viganò di Passion France, che cogliamo l’occasione per ringraziare.

La Master Class ha messo a confronto i nuovi Champagne parcellari a base Meunier e i monovitigni da Chardonnay, Pinot Noir e Pinot Meunier della Maison Sylvie Moreau.

L’evento è stato brillantemente condotto da Chiara Giovoni, Wine Expert, Sommelier professionista e Ambassadeur du Champagne per l’Italia, che ha raccontato con competenza e passione l’evoluzione dello Champagne negli ultimi decenni e della Maison.

In particolare, per la Maison Sylvie Moreau tutto ha inizio nel 1962, quando André Moreau pianta le prime vigne a Saint-Euphraise-et-Clairizet. Le prime bottiglie arrivano nel 1973, e dal 1991 la guida passa a Sylvie e Olivier. Già nel 1964, André avvia la conservazione di riserve di vino: una scelta lungimirante che oggi ritroviamo nelle cuvée d’ingresso e nelle Edizioni numerate.

La Maison ha scelto una viticoltura ragionata, attenta al clima e ai suoli—argillosi, calcarei, spesso in forte pendenza—con vigne distribuite in sei villaggi della Vallée de la Marne.

Oggi è Alexandre Couillet, figlio di Sylvie, a guidare la parte tecnica, spingendo verso la conversione biologica, con certificazione ottenura nel 2023, e una produzione sempre più focalizzata su parcellari e monovitigni. Una nuova era per la Maison. I nuovi Champagne parcellari riportano la scritta “vinificati da Alexandre Moreau” e nei prossimi anni avverrà anche il cambio di nome della Maison, “Champagne Alexandre Moreau”.

Accanto a Chiara, Alexandre ha presentato con competenza e visione i nuovi orizzonti della Maison.

Il primo Champagne degustato è stato “La Noue”, un Meunier 2020 proveniente da una vigna piantata nel 1973 nella Montagne de Reims, su portainnesto 41B, uno dei portainnesti più storici e diffusi in viticoltura, selezionato in Francia nel 1882. Si tratta di un Extra-Brut affinato in botti da 500 litri, non filtrato, che si distingue per la sua acidità vibrante e una sapidità incisiva. La persistenza è notevole, e il vino lascia una traccia netta e precisa.

A seguire, “Le Poteau de Coulmmes”, anch’esso Meunier 2020, proveniente da una parcella piantata nel 1965, sempre nella Montagne de Reims e con lo stesso portainnesto 41B. Anche qui troviamo un Extra-Brut affinato in legno, non chiarificato né filtrato. L’equilibrio tra struttura e freschezza è calibrato, con una tensione gustativa che invita alla riflessione.

Il terzo vino, “Meunier Élevage Long”, nasce da un’idea iniziale di vinificazione in barrique come vino fermo. Dopo un anno, il progetto è stato rimandato, poi rimandato ancora un anno e infine si è scelto di spumantizzare. Il risultato è sorprendente: uno Champagne che si apre con note speziate di zenzero, curcuma e zafferano, per poi virare su sentori agrumati di arancia e chinotto. La profondità aromatica e il potenziale di invecchiamento lo rendono un vino di grande personalità.

Il quarto Champagne, “Édition n°12” annata 2017, è un Extra-Brut composto da 70% Chardonnay e 30% Meunier, vinificato in acciaio con minimo intervento. Al naso si percepiscono fiori di acacia e delicate sfumature di frutta bianca, mentre al palato si rivela fine e diretto, con una bella pulizia.

Chiude la degustazione in Master Class il monovitigno “Pinot Noir” 2019, Extra-Brut, proveniente da terreni esposti a nord e soggetti a gelate primaverili. La tensione minerale e la freschezza lo rendono austero ma intrigante, con una struttura che promette evoluzione.

Al termine della degustazione, abbiamo incontrato Sylvie presso lo stand, dove abbiamo avuto modo di assaggiare tre ulteriori cuvée non presentate in Master Class.

Il “Racines Extra Brut Riserva” è un assemblaggio di Meunier (50%), Chardonnay (30%) e Pinot Noir (20%), con il 40% di vin de réserve perpetuo dal 1964. Dopo almeno 36 mesi sui lieviti, si presenta con sentori di crosta di pane, nocciola e mela cotogna, in un equilibrio tra profondità e freschezza.

Con lo stesso assemblaggio, il “Carré Or Extra Brut Riserva” segue il metodo Solera dal 1964, ma con un affinamento minimo di 140 mesi sui lieviti. Il profilo aromatico è più evoluto, con note di frutta secca, spezie dolci, tabacco, che raccontano il tempo con eleganza.

Infine, “Emeraude Extra Brut”, composto in parti uguali da Pinot Noir e Chardonnay, affina per 60 mesi sui lieviti. Al naso si apre con agrumi canditi e fiori bianchi, mentre al palato rivela una mineralità salina che ne esalta la finezza.

Ringraziamo ancora Passion France e il Dr. Viganò per l’invito, e la Maison Sylvie Moreau per averci dato la possibilità di degustare Champagne che meritano attenzione e memoria.

By Antonello








sabato 8 novembre 2025

Lo Zoccolaio Baccanera: eleganza e carattere in bottiglia

Se siete alla ricerca di un rosso piemontese che sappia coniugare eleganza, struttura e personalità, il Baccanera Langhe 2021 della cantina Lo Zoccolaio merita assolutamente un posto nella vostra cantina — e nel vostro calice.

Prodotto nelle Langhe, una delle zone vitivinicole più prestigiose d’Italia, questo vino porta con sé tutta la ricchezza del terroir piemontese. La denominazione Langhe DOC garantisce qualità e autenticità, mentre il millesimo 2021 si distingue per un’annata calda e generosa, che ha regalato uve mature e intense.

Al naso si apre con note avvolgenti di frutti rossi maturi — ciliegia, mora e prugna — accompagnate da sfumature speziate di pepe nero, liquirizia e un tocco di vaniglia. L’affinamento in legno è ben dosato, arricchendo il bouquet senza sovrastarlo.

Al palato è pieno, rotondo e armonico. I tannini sono presenti ma vellutati, segno di una vinificazione attenta e rispettosa. La persistenza è lunga, con un finale che richiama le note fruttate e speziate percepite al naso. Un vino che sa essere potente senza perdere finezza.

Perfetto con piatti strutturati come brasati, arrosti, formaggi stagionati o primi al ragù di selvaggina. Ma può anche essere gustato da solo, per apprezzarne ogni sfumatura in un momento di relax.

Il Lo Zoccolaio Baccanera Langhe 2021 è un vino che racconta il territorio con autenticità e stile. Ideale per chi ama i rossi intensi ma equilibrati, è una scelta sicura per arricchire una cena speciale o per sorprendere gli ospiti con un’etichetta meno nota ma di grande valore

by Mario




 

giovedì 6 novembre 2025

Degustazione FIS a Roma: Poggio Antico incanta con la sua verticale di Brunello

Hotel Hilton Rome Eur – In una serata all’insegna dell’eccellenza enologica, la Fondazione Italiana Sommelier ha ospitato una prestigiosa degustazione dedicata ai vini di Poggio Antico, storica cantina di Montalcino. L’evento ha riunito appassionati e professionisti per un viaggio sensoriale tra le diverse annate del Brunello, con un focus sulla profondità e l’evoluzione del Sangiovese in uno dei suoi territori più vocati.

La serata si è aperta con il Rosso di Montalcino dell’ultima annata, fresco e vibrante, perfetto per introdurre lo stile Poggio Antico: eleganza, precisione e rispetto del territorio.

A seguire, una verticale di Brunello di Montalcino DOCG che ha permesso di cogliere le sfumature delle annate:

  • 2019 – giovane, energico, con note di frutti rossi e spezie dolci
  • 2020 – più strutturato, con tannini setosi e grande equilibrio
  • 2021 – ancora in fase embrionale, ma già promettente per finezza e profondità

La degustazione si è conclusa con tre annate di Brunello Riserva, espressione massima della filosofia aziendale:

  • 2018 – austero e complesso, con note terrose e balsamiche
  • 2019 – elegante e persistente, con grande potenziale evolutivo
  • 2021 – anteprima assoluta, che ha stupito per freschezza e tensione

Guidata da esperti sommelier FIS, la degustazione ha offerto spunti tecnici e culturali, con approfondimenti sulla vinificazione, l’affinamento e le scelte agronomiche di Poggio Antico. L’intervento del team aziendale ha arricchito l’esperienza, sottolineando l’importanza dell’altitudine, dell’esposizione e della selezione clonale nel definire il profilo dei vini.

L’evento ha confermato Poggio Antico come uno dei riferimenti assoluti per il Brunello di Montalcino, capace di coniugare tradizione e innovazione. Una serata memorabile, che ha lasciato il segno nel cuore e nel palato dei partecipanti.

by Mario








Tienimenti Leone: un viaggio sensoriale tra vigneti, storia e sapori autentici

Nel cuore della campagna laziale, a pochi chilometri da Roma e da Latina, e immersa nel paesaggio verdeggiante di Lanuvio, si trova Tienimen...