Presso il moderno ed elegante Hotel Rome Lifestyle, in via Zoega, si è tenuta la cerimonia di consegna dei diplomi ai nuovi sommelier AIS del Lazio. A rendere ancora più speciale l’occasione, la presenza del Consorzio di Tutela Vini Collio, che ha proposto una masterclass dedicata al Friulano DOC, vitigno simbolo del Friuli-Venezia Giulia.
L’incontro, intitolato “Iconico e longevo: il Friulano DOC”,
è stato condotto con competenza e passione da Emanuela Di Palma, sommelier AIS,
insieme al nuovo presidente del Consorzio, Luca Roccaro, che ha illustrato
storia e vocazione del territorio. Il Consorzio, con sede a Cormòns (GO),
rappresenta le cantine del Collio e tutela la qualità e l’identità dei vini
prodotti in questa zona unica, incastonata tra le colline friulane e il confine
sloveno.
Fondato il 31 maggio 1964 da 25 viticoltori pionieri, il
Consorzio di Tutela Vini Collio è oggi uno dei più consolidati e attivi sul
panorama nazionale. Con circa 270 soci tra produttori e imbottigliatori, tutela
oltre 1300 ettari di vigneti DOC, distribuiti su un territorio collinare dal
grande fascino geologico e culturale. Il suolo “ponca”, composto da marne e
arenarie, dona ai vini della zona una inconfondibile impronta di struttura,
freschezza e longevità.
Il Consorzio promuove la denominazione attraverso
masterclass, fiere internazionali come Vinitaly e iniziative come il Collio
Day, con una chiara missione: custodire l’eccellenza e raccontare il
territorio.
Un bianco che sa durare
Il Friulano, un tempo conosciuto come Tocai Friulano, è un
vitigno autoctono capace di regalare vini freschi, minerali e longevi. Il suo
carattere nasce dalla “ponca”, il suolo composto da marne e arenarie che dona
ai vini sapidità e struttura. Ma il vero valore aggiunto resta l’intervento
dell’uomo, che interpreta ogni vendemmia con cura e stile.
In degustazione
La degustazione si è articolata in sei assaggi, ciascuno
espressione autentica di annata, territorio e stile produttivo.
Tiare ha aperto il percorso con il Collio DOC Friulano 2021,
fresco e agrumato, dalle delicate note di fiori bianchi e una bella sapidità
che ne vivacizza il sorso. Cantina giovane e dinamica, con sede a Dolegna del
Collio, Tiare punta su eleganza e precisione stilistica.
A seguire la famiglia Picech, da Pradis, ha presentato il
Friulano “Atena” 2020, un vino fruttato che esprime sentori di pesca e fieno,
morbido in bocca e con un finale delicatamente mandorlato. Una realtà radicata
nel Collio, dove tradizione e passione si intrecciano.
È stata poi la volta di Due del Monte con il “Subida 23”
2019, caratterizzato da profumi caldi di camomilla e spezie. La bocca è ampia,
sapida, riflesso di un’annata generosa. Una giovane azienda che valorizza le
microzone e le espressioni più identitarie della collina.
Livon, storica cantina fondata nel 1964, ha portato in
degustazione il “Manditocai” 2017: un vino dalle note evolute di miele e frutta
secca, ricco in struttura e chiuso da un finale salino che ne prolunga la
persistenza. Un classico senza tempo.
Ronco Blanchis, situata a Mossa e nota per la sua
viticoltura sostenibile, ha presentato il “24 File” 2016: il profilo aromatico
gioca su mela gialla, mandorla e un tocco balsamico, mentre il palato è fresco
e persistente. Un vino artigianale e meditativo.
Chiude la serie il “Ronco delle Cime” 2012 di Venica &
Venica, storica cantina attiva dal 1936 a Dolegna del Collio. Il vino offre
aromi terziari e complessi, con un sorso ampio, elegante e salino, capace di
dimostrare tutta la longevità del Friulano.
Conclusione
Un viaggio attraverso sei annate e sei interpretazioni, che
hanno mostrato quanto il Friulano del Collio sia capace di evolversi con
grazia, conservando identità e territorialità nel tempo. Dai giovani produttori
alle realtà storiche, la voce del Collio si è raccontata in bottiglia, tra
eleganza, freschezza e profondità.
Nessun commento:
Posta un commento